Polonia: Continuano gli attacchi a Radio Maryja e al suo direttore- di Wlodzimierz Redzioch

Polonia, continuano gli attacchi a Radio Maryja e al suo direttore. Il governo Tusk non sopporta il pluralismo dei media

 di Wlodzimierz Redzioch

Non tutti sanno che san Massimiliano Kolbe fu un grande promotore dei media cattolici. Nel 1922 fece pubblicare il primo numero del “Cavaliere dell’Immacolata” (Rycerz Niepokalanej), la rivista della Milizia dell’Immacolata, l’associazione fondata da Kolbe a Roma nel 1917: nel 1938 la tiratura raggiunse un milione di copie. Successivamente, di sua iniziativa venne stampato anche il primo calendario-almanacco e “Il Piccolo giornale”, un quotidiano in formato tabloid, che veniva distribuito in 130 000 copie. Nel 1938 padre Massimiliano conseguì la licenza di radioamatore e fu attivo per alcuni anni con il nominativo SP3RN, e ancora oggi è il santo patrono dei radioamatori di tutto il mondo. Il futuro martire di Auschwitz ripeteva: “se non abbiamo media cattolici, avremo chiese vuote”. E questo messaggio è sempre attuale.

L’ho hanno capito anche i redentoristi polacchi che fondarono nella città di Torun una radio: l’8 dicembre 1991, 33 anni fa, Radio Maryja trasmetteva il suo primo programma. La Radio diretta da padre Tadeusz Rydzyk divenne una voce cattolica nelle case dei polacchi. P. Rydzyk, come prima san Massimiliano, ha dedicato la sua vita alla creazione dei media cattolici con l’obiettivo di difendere la verità, il bene, la famiglia, la fede cattolica e l’identità nazionale polacca. Negli anni successivi sono nati altre media: 27 anni fa il quotidiano “Nasz Dziennik” (Il Nostro Quotidiano) e dopo la Televisione Trwam che trasmette da oltre 20 anni. Successivamente venne pubblicato il mensile “Nella nostra Famiglia (W Nasza Rodzinie), viene fondata l’Accademia di Cultura Sociale e Mediatica a Torun, la Fondazione Lux Veritatis, la Fondazione Nostro Futuro, e un’associazione di persone operante nel campo dei media: la Famiglia di Radio Maryja.

padre Tadeusz Rydzyk

Lo scorso dicembre a Toruń si è celebrato il 33° anniversario della fondazione di Radio Maryja. La solenne Messa è stata presieduta dal Metropolita di Cracovia, mons. Marek Jędraszewski e concelebrata da altri vescovi e sacerdoti. Alla Messa hanno partecipato migliaia di ascoltatori della Radio organizzati nella “Famiglia di Radio Maryja”.

Prima dell’inizio della Santa Messa l’amministratore della diocesi di Toruń, mons. Józef Szamocki ha ricordato che durante tutti gli anni della sua attività la Radio e il suo fondatore furono sostenuti da san Giovanni Paolo II. Mons. Szamocki ha sottolineato che “la Radio dà un grande contributo all’opera di evangelizzazione sostenuta anche dai Papi successivi”. “Il mondo sembra essere costantemente sorpreso dal fatto che in tempi di grande progresso e cambiamenti di civiltà, ci siano persone che bramano valori soprannaturali. Cercano il senso della vita, difendono il Vangelo, pregano e vogliono condividere la loro fede” – ha detto l’amministratore della diocesi di Toruń, rivolgendosi ai presenti.

Invece mons. Jedraszewski nella sua omelia ha sottolineato l’importanza della veridicità nella vita pubblica e nella missione dei media nel proclamare la verità e nel prendersi cura della democrazia, affinché essa non diventi una forma di un nuovo totalitarismo. In questo contesto l’Arcivescovo ha citato le parole di san Giovanni Paolo II dall’Enciclica “Centesimus Annos”: “Se non esiste nessuna verità ultima la quale guida ed orienta l’azione politica, allora le idee e le convinzioni possono esser facilmente strumentalizzate per fini di potere. Una democrazia senza valori si converte facilmente in un totalitarismo aperto oppure subdolo, come dimostra la storia”.

Citando Giovanni Paolo II mons. Jedraszewski ha voluto avvertire che i rischi per la democrazia esistono anche nella Polonia di oggi governata da più di un anno da un governo più anticlericale e laicista, dalla svolta democratica nel 1989. Ha sottolineato il fatto che Radio Maryja e tutte le istituzioni nate intorno ad essa proclamando la verità lavorano affinché “la democrazia in Polonia non diventi un palese o camuffato totalitarismo”. “E proprio perché predicano la verità fin dall’inizio della loro esistenza, queste istituzioni, queste entità erano e rimangono anche oggi una spina nel fianco tutti gli ambienti che rifiutano l’esistenza della verità oggettiva, valori oggettivi e che vogliono costruire il proprio futuro e il loro potere sulle bugie” – ha concluso mons. Jedraszewski, riferendosi ai recenti fatti di brutali attacchi contro la Fondazione Lux Veritatis ed anche gli attacchi personali contro il fondatore di Radio Maryja, padre Rydzyk da parte dei governanti e delle procure al loro servizio.

La professoressa Krystyna Czuba, esperta di media, in una conversazione con “Nasz Dziennik” ha analizzato la situazione che si è creata intorno a Radio Maryja. Prima di tutto la professoressa ha sottolineato che il primo dovere del giornalista è dire la verità perché “senza verità l’uomo diventa schiavo della menzogna e del peccato”. “Gesù Cristo venne nel mondo per dare testimonianza alla verità, perciò anche noi dobbiamo impegnarci nella ricerca della verità” – ha aggiunto. E questo spiega gli attacchi alla Radio e al suo direttore. “Non c’è dubbio, che padre Tadeusz Rydzyk è il bersaglio degli attacchi proprio perché con determinazione e dedizione da anni proclama la verità. In questo modo si è ripetutamente messo a rischio di calunnia” – ha spiegato Czuba. “La situazione odierna in Polonia è il tempo di una grande prova per noi cattolici. Su quanto siamo forti per resistere alle bugie e manipolazioni e quanto siamo capaci di difendere la verità” – osserva l’esperta. Ricordando che la campagna mediatica in corso da anni è diretta contro Radio Maryja e le opere con esso create, Czuba ha parlato di veri e propri attacchi satanici che probabilmente non cesseranno tenendo conto che “gli attuali governanti non soltanto applaudono queste azione ma in realtà le ispirano”. Purtroppo tutto questo non sorprende la professoressa perché “è chiaro che oggi le redini del Paese sono nelle mani di persone mendaci che odiando la Chiesa e i cattolici. Persone che, nonostante false rassicurazioni, vogliono il male alla Polonia”. Perciò “non possiamo essere ciechi di fronte a queste azioni vergognose”.

Siccome questi fatti da anni vengono denunciati con molta audacia da padre Tadeusz Rydzyk, egli è diventato il principale bersaglio degli attacchi dei governati, delle procure e dei media al servizio del potere. Ovviamente nasce una domanda: perché l’Europa tace di fronte al tentativo di sopprimere i resti del pluralismo mediatico in Polonia?    

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