Madre Teresa di Calcutta: siamo nati per amare ed essere amati

Madre Teresa di Calcutta, Santa, si “festeggia” il 5 settembre. Riproponiamo un articolo di Simone Tropea apparso nel Si alla Vita n. 5/2020 pp. 24-15, per la Rubrica Santi ed Eroi per la Vita.

di Simone tropea

Per “Santi ed Eroi” presentiamo la straordinaria figura di Madre Teresa di Calcutta.  Religiosa albanese, più tardi naturalizzata indiana, per la sua lunga permanenza a Calcutta, dal 1929 fino alla morte.  Si tratta di una delle personalità più carismatiche del Novecento, di una donna che ha interpretato con semplicità e profezia, accogliendo come chiamata rivolta a lei personalmente, i grandi scandali della nostra contemporaneità, schiacciata nel paradosso di un progresso che ha presupposto e presuppone, milioni di vittime. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, che visse in India, si sentì interpellata dalle enormi disuguaglianze sociali, divenute planetarie. Seppe ascoltare la povertà spirituale di tanti figli del benessere, oppressi da un vuoto interiore che non lasciava intravedere loro alcun orizzonte di senso. Su tutto, comprese a cosa conduce il disprezzo per la Vita umana nascente. L’aborto era per lei il simbolo di una frattura epocale. Una ferita che coinvolge il cuore, la mente e l’anima di un mondo che ha smarrito il suo centro e gira pericolosamente intorno all’assenza d’amore. Nella semplicità del suo sguardo, aveva individuato il punto da cui scaturiscono, oggi, le ingiustizie e i conflitti che segnano la nostra vita personale e collettiva: il disprezzo della “sacralità” di ogni vita umana, dal suo concepimento, fino alla fine.  Profetico il discorso che ella tenne il 17 ottobre 1979, quando ricevette il premio Nobel per la Pace ad Oslo. “Io sento – disse – che il più grande distruttore della pace, oggi, è l’aborto, perché è una guerra diretta, un’uccisione diretta, un omicidio commesso dalla madre stessa. (…) noi siamo qui, perché i nostri genitori ci hanno voluto. Non saremmo qui, se i nostri genitori non ci avessero voluto. I nostri bambini li vogliamo, li amiamo, ma che ne è di milioni di loro? Tante persone sono molto, molto preoccupate per i bambini in India, per i bambini in Africa, dove ne muoiono tanti per malnutrizione, fame e così via; ma milioni muoiono deliberatamente per volere della madre. Questo è il grande distruttore della pace oggi. Perché se una madre può uccidere il proprio bambino nella culla del suo grembo, chi potrà fermare me e te dall’ucciderci reciprocamente? Nulla” Questa consapevolezza profonda diventava in lei, immediatamente, preghiera e azione insieme: “stiamo combattendo l’aborto con le adozioni, abbiamo salvato migliaia di vite, abbiamo inviato messaggi a tutte le cliniche, gli ospedali, le stazioni di polizia: per favore, non uccidete i bambini, li prenderemo noi”. Povertà di senso, povertà d’amore, povertà morale e materiale, ogni povertà, comprendeva Madre Teresa, nasce dalla paura di accogliere la Vita, quando e nel modo in cui essa si manifesta e si presenta. La risposta a questa paura non è altro che: il coraggio della Carità.  La sua straordinaria amicizia con Giovanni Paolo II, che andò personalmente a visitarla a Calcutta nell’86, presso l’Ashram di Nirmal Hriday (“la casa dei puri”), dove accoglieva i moribondi abbandonati, rese tangibile, al mondo, la verità di ciò che lo stesso Pontefice ebbe a dire in quell’occasione: “il mistero della sofferenza umana incontra il mistero della fede e dell’amore. E in questo incontro, sono le più profonde questioni dell’esistenza umana a farsi sentire”. Come il Santo Padre, anche lei fu amica e promotrice del Movimento per la Vita. Carlo Casini ha più volte raccontato dei suoi molteplici incontri con Madre Teresa e di come lei lo abbia sostenuto, pregando per il MpV italiano e mostrandosi vicina a tutte le iniziative promosse dal Movimento per contrastare il dramma dell’aborto nel nostro paese. In particolare, è commovente ricordare, come in quel 13 maggio del 1981, giorno dell’attentato a Giovanni Paolo II, lei stesse tenendo un discorso contro l’aborto, quando le arrivò la notizia. Piergiorgio Liverani ha raccontato dettagliatamente il rapporto tra Madre Teresa e il MpV nel suo libro “Dateli a me” (prefazione di Carlo Casini). Un testo dove riecheggia, già nel titolo, la maternità assoluta di questa grande mistica della Vita, dell’accoglienza e della cura, la cui fecondità è inesauribile. Va ricordato ciò che disse a Firenze nel maggio del 1986: “È meraviglioso che Dio abbia scelto un bambino, non ancora nato per proclamare la venuta di Cristo. Oggi il bambino non nato è diventato il bersaglio per la morte (…) perché l’aborto non è altro che un omicidio, un’azione contraria alla vita (…) è ciò che distrugge di più l’amore. Quel piccolo bambino non ancora nato è creato per una grande cosa: amare ed essere amato”. Madre Teresa non ha imposto a nessuno la sua visione, ma ha servito la Vita amando il Signore della Vita, riconoscendo in ogni figlio e in ogni madre la presenza del Figlio di Dio nella carne dell’umanità; scorgendo in ogni sofferente il volto del Cristo abbandonato, umiliato, fragile e minacciato.  Senza distinzione di fede, cultura o status sociale, in ogni morente, madre Teresa ha abbracciato il corpo di Colui che ha attraversato la notte della morte, aprendo per tutti un orizzonte di speranza: Gesù Risorto, a partire dal quale la paura può davvero essere vinta, perché l’Amore venga finalmente accolto come Verità e la Vita diventi così Vita Amata. Dal 1987 è Presidente onorario di tutti i Movimenti per la Vita, presenti nel mondo intero.

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