Aspetti del pensiero politico di Carlo Casini sull’aborto volontario (a cura di Franco Vitale)
a cura di Franco Vitale
- Considerazione in premessa
Nell’attuale situazione della vicenda dell’aborto volontario, si rileva contrapposizione nell’occidente:
- negli Stati Uniti la Corte Suprema USA ha annullato la sentenza sul caso Roe vs Wade del 1973, sulla quale si è retto il consenso legale sull’aborto volontario;
- in Europa il Parlamento con recente risoluzione insiste nel considerare l’aborto volontario un diritto umano da riportare nella Carta dei Diritti fondamentali.
- Si ritiene opportuno richiamare il pensiero di Carlo Casini, manifestato dopo l’introduzione in Italia dell’aborto volontario, che in merito tocca aspetti politici[1].
Casini parte dal concetto di persona umana, la cui dignità è legata ad una unica condizione, quella esistenziale.
Il diritto alla vita determina e fonda la tutela della persona umana.
Se non vi è vita non vi è altro diritto. Ogni attentato alla vita è negazione dell’uomo.
- Casini pone il quesito in sede politica, con riferimento alla interruzione volontaria della gravidanza: “si tratta di stabilire se ad ogni individuo vivente, appartenente alla specie umana debba, o no, essere riconosciuta una uguale dignità, indipendentemente dalle condizioni in cui egli vive”[2].
La questione manifesta la centralità politica della domanda.
Non si può contestare che il concepito sia “individuo vivente appartenente alla specie umana. Sono accettabili criteri discriminatori?”[3].
Casini risponde di no. La scienza dice che il concepito è un essere umano al suo inizio.
- Casini aveva presente l’evolversi della condizione femminile, i nuovi compiti educativi, ma con l’aborto volontario molte sono le questioni che sono “in gioco” e che meritano viva attenzione:
- a) La pace: “Se la guerra è uccisione organizzata ad opera di una collettività, l’aborto provoca centinaia di migliaia di vittime ogni anno”.
- b) La libertà: non è fare ciò che si vuole, ma “capacità personale di entrare in rapporto personale con altri soggetti”.
La situazione determinata dall’aborto volontario “manifesta un alto grado di autoritarismo”.
- c) L’autenticità dell’impegno sociale: ricominciare dagli ultimi, ma la soppressione dell’essere umano “al suo primo esistere è il simbolo di ogni possibile emarginazione”.
- d) Il senso dei diritti umani: che non restino nelle Carte Internazionali ove si dice “la dignità inerente tutti i membri della famiglia umana è fondamento della libertà, giustizia e della pace nel mondo”.
- e) È in gioco la democrazia, “sostanza di una convivenza civile che ponga al centro l’uomo”. Con l’aborto volontario si determina una “incompletezza di democrazia”
- f) È in gioco la laicità della politica che deve mettere l’uomo ed il bene comune come finalità ed utilizzare “la ragione come strumento comune di tutti”.
- g) È in gioco la realizzazione della Costituzione Italiana, personalista, “ma mortificata da una scarsa considerazione per la vita stessa dell’uomo al suo apparire nell’esistenza”[4].
- Gravissima la situazione determinata dalla interruzione volontaria della gravidanza. In merito la critica di Casini pone in rilievo:
– “la grandezza del bene offeso”;
– “la frequenza della lesione”;
– “l’accettazione culturale del fenomeno”, che si rivela nella “generale insensibilità”.
Si pretende il riconoscimento di un diritto all’aborto, garantito “da un servizio sociale e dalla solidarietà economica dell’intera collettività”.
Casini, in pieno contrasto, afferma che “l’aborto di massa culturalmente accettato è la più grande ingiustizia … la più profonda contraddizione”[5].
L’argomento forte che in merito da Casini si fa valere è dato dall’asserto: “il valore della vita non appartiene solo a noi, ma è patrimonio necessario di tutti in ragione della … comune umanità”[6].
- Rimedi contro l’aborto.
6.1 Prevenzione.
Non vi è persona “di buon senso” che escluda “che sia un bene evitare l’aborto”, anche se legalizzato.
Casini osserva, però, che “la procreazione cosciente e responsabile è insufficiente e indebolita … se si smarrisce il valore del figlio nella sua insopprimibile individualità e dignità umana fin dal suo primo esistere”.
Da un lato non risultano sufficienti le alternative economico-sociali alla interruzione volontaria della gravidanza non desiderata.
Dall’altro “viene a mancare il ragionevole coraggio di accogliere il figlio nella mente e nel cuore del padre e della madre attraverso cui passa inevitabilmente la prevenzione”[7].
6.2 Per superare le difficoltà sopra riportate Casini propone più considerazioni e suggerimenti:
- a) Nella legge 194/78 vi è la rinuncia alla pena, ma ciò “non significhi rinuncia ad una indicazione di disvalore dell’aborto volontario”.
- b) Devesi valorizzare “il campo economico-sociale per sopperire ai bisogni di nuove famiglie, delle donne e delle madri”; e disporre “provvidenze ulteriori in materia di lavoro, di casa, salario e fisco”.
Tuttavia, tutto questo non è sufficiente. Si deve tenere conto delle “pressioni psicologiche” della stessa comunità che appare intrisa di un unico diritto: libertà.
In tema occorre “orientare fortemente la libertà individuale verso scelte di vita”[8].
- c) Casini ricorda un disegno di legge – n. 203 del 19.7.1983 – per la modifica degli articoli 1 e 2 della legge 194/78[9].
Secondo Casini è da apprezzare la dichiarazione, di cui al detto art. 1 “la Repubblica tutela la vita umana fin dal suo inizio”; ma, se non si attesta che l’inizio sta nel concepimento, “la norma è svuotata dal significato che voleva attribuire”.
A proposito dell’art. 2 L. 194/78 Casini osserva che la funzione dei Consultori familiari, ivi richiamati, presenta note di positività, in quanto si prevede l’assistenza alla madre in stato di gravidanza, ma manca ogni riguardo al concepito; la direzione della predetta assistenza “deve essere esplicita – sempre in conformità all’art. 2 della Costituzione – precisandovi che i Consultori debbono in tal modo anche contribuire a garantire il diritto alla vita del concepito”[10].
I consultori pubblici a questa aspettativa non hanno provveduto: “il legame organico di essi all’amministrazione sanitaria ne ha ridotto la potenzialità”[11].
L’aiuto alla vita, alla maternità necessita di “una struttura non burocratica”, che si attivi a tempo pieno laddove si verifica il bisogno[12]. Consegue la valorizzazione del volontariato.
La funzione di prevenzione dell’aborto viene svolta dai Consultori privati di ispirazione cristiana e dai Centri di aiuto alla vita sia pure “con povertà di mezzi”[13]. Pertanto, Casini propone “una politica di riconoscimento e di aiuto”[14] a favore del predetto volontariato, auspicando altresì un “coordinamento con i Consultori pubblici”, rinnovati per l’assistenza sia alla madre che al concepito.
- Conclusione.
Leggendo con commossa attenzione lo scritto del Maestro (- citato alla nota 1 -) si ha modo di comprendere il progetto politico di Carlo Casini, cioè: “realizzare una democrazia compiuta”[15].
La democrazia deve “essere pienamente se stessa”; ed a tal fine la democrazia con “i fatti” si deve qualificare “come strumento di difesa e promozione umana”.
Occorre che “la difesa del diritto alla vita” del concepito “diventi il punto di partenza, la prima pietra” del predetto progetto politico, che coinvolga “la più grande quantità possibile di forze politiche”[16].
Necessita per questo accogliere “due idee fondamentali:
- il carattere laico di questo … impegno nel senso positivo, pieno e nobile … che ha riguardo all’uomo e alla ragione, valore e strumento comune a tutti e che trova nella fede un supplemento di chiarezza e di energia, secondo la linea di Giovanni Paolo II che chiede … l’incontro tra le forze della fede e quelle della coscienza;
- il collegamento tra il tema della vita e le grandi questioni ideali che oggi … travagliano tutti, in primo luogo quello della pace e della fame nel mondo”[17].
In conclusione, pertanto, devesi confermare la piena attualità del pensiero politico di Carlo Casini.
[1] Cfr. Carlo Casini, Relazione in Difesa e Promozione della Vita, Edizioni Cinque Lune, Bari, 1985, pag. 27 e segg.
[2] Idem, pag. 31.
[3] Idem, pag. 32.
[4] Cfr. Carlo Casini, op. cit., loc. cit. (sub. nota 1). Per rendere vivo e presente il pensiero di Carlo Casini, si è preferito riportare il suo convincimento con le stesse sue parole, in corsivo e tra virgolette.
[5] Cfr. Casini, op. cit., loc. cit., pag. 33.
[6] Idem, pag. 36.
[7] Idem, pag. 37.
[8] Idem, pag. 38.
[9] Cfr. il disegno di legge n. 203 del 19.7.1983 proposto da 99 deputati della Democrazia Cristiana e 5 “laici”, che, però, non ha trovato in Parlamento l’iter necessario per diventare legge.
[10] Cfr. Casini, op. cit., loc. cit., pag. 38.
[11] Idem; pag. 39.
[12] Idem; pag. 39.
[13] Idem; pag. 39.
[14] Idem; pagg. 39 e 40.
[15] Cfr. Carlo Casini, op. cit., loc. cit., pagg. 34 e 36
[16] Idem; pag. 34.
[17] Idem; pag. 34.