Aspettando la 45ema Giornata per la Vita

di Umberto Ienzi

Poter avere la gioia, l’onore e la grazia di ricordare le vicende vissute, in quasi mezzo secolo di edizioni di Giornate per la Vita, non è scontato.

Avendo vissuto l’epoca del progressismo, del ’68, che definirei liberticida, non sono riuscito a naturalizzarmi in essa.

Furoreggia la Cultura dell’IO, e  non trovo naturale immedesimarmi nei concetti che stanno invadendo la società moderna, mentre trovo pace attingendo alle radici Cristiane che mi hanno formato, ivi compreso al Movimento per Vita.

La vita va salvata, indipendentemente della sua origine territoriale e/o religiosa.

Trovo tanto stupore, nell’analizzare, a ritroso, come tanti cristiani abbiano votato a favore della legge 194/78 per permettere ad altri di poterla usare, anche se loro dicevano di non condividere l’aborto.

Con i miei contemporanei, ora pochi, abbiamo sempre e indiscussamente operato per la vita, fin dal concepimento alla morte naturale senza eccezioni.

La Conferenza Episcopale Italiana ha sempre dato ogni indicazione e spiegazione sul perché sostenere la difesa di ogni vita umana dal concepimento alla morte naturale. Varrebbe la pena  utilizzare e promuovere anche solo i Messaggi di queste 45 Giornate.

Essendo presente da sempre nel Movimento per la Vita, non posso esimermi dal menzionare Carlo Casini, con il quale ho vissuto anni di vera vita. Il momento epocale che viviamo ci pone di fronte ad una realtà che sembra oscura, difficile, mortifera, ma S. Giovanni Paolo II e Santa Madre Teresa di Calcutta ci proteggeranno.

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