Corte suprema Usa: si riparte dal diritto alla vita

Ora i singoli Stati liberi di applicare le loro leggi in materia

Esultano le donne del popolo della vita per l’abolizione da parte della Corte suprema Usa della storica sentenza Roe v. Wade con cui nel 1973 la stessa Corte aveva legalizzato l’aborto negli USA.

di Redazione

L’aborto rimane, ma non è più un diritto. Libertà è forse una delle parole chiave per descrivere il risultato raggiunto oggi dal pronunciamento della Corte suprema. Ora quindi i singoli Stati saranno liberi di applicare le loro leggi in materia.

Una decisione storica e importante: una vittoria dei diritti umani. Un primo passo per riconoscere il diritto alla vita uguale per tutti gli esseri umani, maschi e femmine, che siano piccolissimi come il bambino-embrione, o che siano adulti. Un primo passo contro le discriminazioni. Un primo passo contro la violenza sulle donne e verso la parità di genere, disintegrata alla radice dall’introduzione di un presunto “diritto” di aborto.

“Oggi celebriamo la difesa del nascituro come Uno di Noi” dichiara Ana del pino, coordinatrice della Federazione Europea per la Vita e la Dignità dell’UOMO One of Us.

 La decisione è stata presa nel caso “Dobbs v. Jackson Women’s Health Organization”, in cui i giudici hanno confermato la legge del Mississippi che proibisce l’interruzione di gravidanza dopo 15 settimane. A fare ricorso era stata la clinica per aborti Jackson Women’s Health Organization rimasta nello Stato a praticare aborti. “L’aborto presenta una profonda questione morale. La costituzione non proibisce ai cittadini di ciascuno stato di regolare o proibire l’aborto”, scrivono i giudici. Una bozza trapelata nelle scorse settimane (redatta dal giudice Samuel Alito, risalente a febbraio e confermata poi come autentica dalla corte) aveva indicato che la maggioranza dei ‘saggi’ erano favorevoli a ribaltare la Roe v Wade, suscitando vaste polemiche e proteste negli Usa. Su 50 Stati, 26 (tra cui Texas e Oklahoma) hanno leggi più restrittive in materia. Nove hanno dei limiti sull’aborto che precedono la sentenza Roe v. Wade, e che non sono ancora stati applicati ma che ora potrebbero diventare effettivi, mentre 13 hanno dei cosiddetti ‘divieti dormienti’ che dovrebbero entrare immediatamente in vigore.

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