Charlie, Gandolfini: “Cultura dello scarto cancella il diritto dei genitori di tentare la terapia sperimentale”
Vitanews, 30 GIU – “Come Comitato Difendiamo i Nostri figli, ribadiamo che il primo diritto non negoziabile da tutelare è quello alla vita. Quando parliamo di cultura dello scarto dobbiamo intendere anche quelle vite che la protervia del pensiero unico dominate ritiene indegne di essere vissute. Noi non faremo nessuno sconto mantenendo fisso il principio che tutte le vite hanno valore e devono essere protette. Questo non significa il sostegno all’accanimento terapeutico ma non lasciar morire ove è ragionevole applicare un tentativo di terapia anche se sperimentale, tanto più che quella a cui volevano accedere i genitori di Charlie era stata approvata dall’NIH (National Institutes of Health) deli Stati Uniti. Tutto questo ha anche risvolti sociali, perché per trovare una terapia che potrebbe aiutare altri bambini al mondo questa deve essere sperimentata”. Così il presidente del comitato promotore del Family day, Massimo Gandolfini, commenta il caso del piccolo Charlie Gard, al quale oggi saranno sospese le cure.
“Ricordo inoltre che nelle legge sulle Dat in discussione in parlamento si prevede che i genitori nell’esercizio patria podestà possano chiedere la sospensione dell’idratazione e alimentazione artificiali. Viene quindi massimizzato il diritto di scelta dei genitori, mentre nel caso di Charlie questo diritto è stato inspiegabilmente loro negato. Anche per questo in Italia non si è parlato in maniera adeguata di questo caso, i diritti sono tirati da una parte e dall’altra a seconda del vantaggio del momento. Da parte nostra confermiamo invece che non esistono vite indegne di essere vissute”, conclude Gandolfini.