Jerzy Popiełuszko, difensore della culla
Jerzy Popiełuszko esce un libro a 40 anni dall’assassinio
“Compito della Chiesa non è soltanto quello di annunciare teoricamente la santità della vita, il diritto alla vita dei nascituri, ma anche la protezione di questo diritto. C’è urgente bisogno di avviare iniziative concrete aventi per scopo l’aiuto specifico alle madri sole, alle ragazze incinte, che esitano a far nascere il bambino” (Jerzy Popiełuszko, p.147).
A 40 anni dall’assassinio di don Jerzy (Giorgio) Popiełuszko, rapito e selvaggiamente assassinato il 19 ottobre 1984, Ares pubblica Jerzy Popiełuszko (pp. 272, euro 16,80), una biografia non convenzionale del sacerdote, con tre autori Włodzimierz Rędzioch, Grzegorz Górny, Janusz Rosikoń.
Il libro, tradotto dal polacco, si avvale dei contributi dei familiari di don Jerzy, di illustri personalità della Polonia, di tre cardinali, fra cui il prefetto del Dicastero per le Cause dei Santi Marcello Semeraro che ha firmato la Presentazione all’edizione italiana.
“Può vincere il male solo chi è pieno di bene […]. Vincere il male con il bene è restare fedeli alla verità […]. La verità come la giustizia è unita all’amore e l’amore costa” scriveva Jerzy Popiełuszko, beato martire polacco, barbaramente torturato e ucciso per la sua opposizione al regime comunista che dominava allora nel suo Paese.
Nella Polonia di stretto influsso sovietico degli anni Ottanta del secolo scorso ci furono un centinaio di omicidi politici compiuti quasi sempre da “autori sconosciuti”. Tra le vittime anche i sacerdoti. Il libro racconta la vita e l’assassinio di Jerzy Popiełuszko, uno di loro. Aveva solo 37 anni. La Chiesa ha riconosciuto il suo martirio e l’ha beatificato il 6 giugno 2010. Scrive il card. Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero per le Cause dei Santi in Prefazione: «Accrescere la conoscenza di questo sacerdote, beato e martire sarà davvero un bene per tutti, perché attraverso il sacrificio dei martiri Dio cambia i cuori degli uomini».
Il volume è composto da tre elementi: le interviste di Włodzimierz Rędzioch con i familiari e amici di don Jerzy, ma anche con i cardinali Angelo Amato, prefetto emerito del Dicastero per le Cause dei santi, e Stanisław Jan Dziwisz, arcivescovo emerito di Cracovia e segretario particolare del santo papa polacco Giovanni Paolo II; i testi di Grzegorz Górny che raccontano lo scenario storico della vita del beato martire e il servizio fotografico con il materiale d’archivio e gli scatti di Janusz Rosikoń.
“Il difensore della culla” è il titolo di un capitolo dal quale si scopre che “la questione della vita dei nascituri divenne uno dei principali motivi dell’attività pastorale di don Popiełuszko”. Al funerale del futuro beato il dottor Marian Jabłonski, che portò il saluto a nome dei lavoratori del servizio sanitari, oltre a ricordare “i meriti del pastore per la protezione della vita” invitò “le folle di polacchi là riunite a impegnarsi solennemente a proteggere i nascituri”.

Così a 2 mesi dalla morte di don Jerzy, “il 13 dicembre 1984, davanti alla parrocchia di S. Stanislao Kostka fu fondato il Movimento per la difesa della vita intitolato a don Popiełuszko”.
Don Jerzy (Giorgio) Popiełuszko è un “santo per la vita”, dunque.