La nascita non è un criterio per distinguere chi ha diritto a vivere e chi non lo ha

di Redazione

«Pretendere di inserire il “diritto” di aborto nella Carta fondamentale dei diritti dell’UE, significa distruggere i diritti dell’uomo e fare salti indietro nella storia. Il progresso si misura sul riconoscimento dell’uguale valore di ogni essere umano senza discriminazioni. La nascita dunque non può essere un criterio per distinguere chi ha diritto a vivere e chi non lo ha. I diritti sessuali e riproduttivi non devono cancellare il diritto a nascere e il diritto delle donne a essere liberate dai condizionamenti che le inducono ad abortire. Accoglienza, inclusività, diritto a nascere e sostegno nel caso di gravidanze difficili o non attese sono le vere risposte all’aborto».

Questo è il commento chiaro di Marina Casini, presidente del Movimento per la Vita Italiano alla Risoluzione sulla decisione della Corte suprema statunitense di abolire il diritto all’aborto negli Stati Uniti e la necessità di tutelare il diritto all’aborto e la salute delle donne nell’UE (2022/2742(RSP)), approvata ieri al Parlamento Europeo.

Il MpV Italiano ribadisce che l’aborto non è e non potrà mai essere un diritto umano

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