Processo Cappato, Gigli: magistrati tentano di introdurre suicidio assistito
Roma, 17 GEN – “La legge sul biotestamento inizia a dare indirettamente i suoi frutti di morte. Nella logica del provvedimento, tocca ora ai magistrati ideologizzati continuare la sistematica demolizione del nostro ordinamento per introdurre l’eutanasia. Infatti, se il legislatore ha privato di ogni responsabilità penale il personale sanitario che, su richiesta del paziente, ne affretta la morte sospendendo i sostegni che lo tengono in vita, ora il pm del processo a Cappato chiede di assolverlo per l’aiuto prestato al suicidio di dj Fabo. In alternativa, il pm propone addirittura di rimettere la materia alla Corte Costituzionale perché dichiari l’illegittimità dell’art. 580 del codice penale, quello relativo al reato di aiuto al suicidio. L’obiettivo è evidente: introdurre l’assistenza al suicidio tra i compiti del servizio sanitario nazionale, ultimo gradino prima della legalizzazione del l’eutanasia attiva”. Lo dichiara in una nota Gian Luigi Gigli, Presidente del Movimento per la Vita Italiano.