Charlie: Gigli, UK impone morte a disabili gravi. Il MPV italiano è in lutto
Vitanews, 28 LUG – “Charlie non è morto per la sua malattia, ma perché qualcuno ha deciso che dovesse morire anticipatamente ‘per il suo bene’. La sua morte è stata affrettata da una società incapace di confrontarsi con l’inalienabile dignità di ogni vita, anche di quelle in condizioni più fragili e svantaggiate; da una società che concepisce la cura non come sollievo, assistenza e accompagnamento, ma come benessere ed efficienza. La vicenda di Charlie resterà nella storia come il primo caso di eutanasia obbligatoria dopo i massacri hitleriani. Con Charlie si è passati dal diritto di morire al dovere di morire“. Lo dichiara in una nota il deputato Gian Luigi Gigli, presidente del Movimento per la Vita Italiano.
“Ti siamo grati, piccolo angelo – sottolinea Gigli – per aver costretto tutto il mondo ad interrogarsi sul valore della vita umana anche quando gravemente disabile e senza speranze di guarigione. Il Movimento per la Vita Italiano è in lacrime accanto a te con la preghiera e vicino ai tuoi coraggiosi genitori, per confortarli della tua assenza”.