Cile, aborto possibile in tre casi. Gli esperti: “grave discriminazione per il nascituro”

Gli esperti denunciano: favorire l’aborto dimostra il disinteresse verso la maternità

Vitanews, 16 MAG — Il Senato cileno ha approvato i tre casi previsti dal disegno di legge che legittima il ricorso all’aborto, una misura che secondo alcuni esperti costituisce una manifestazione di «ignoranza parlamentare» e di scarso interesse nel promuovere misure di sostegno alla maternità. Durante la seduta del 9 maggio, la Commissione Salute ha messo ai voti i casi in cui, per legge sarebbe permesso ricorrere all’aborto ovvero se«l’embrione o il feto presenta un’alterazione strutturale congenita o genetica letale»o se «la gravidanza è frutto di una violenza sessuale e il periodo di gestazione non è superiore alle 12 settimane».Nel frattempo, il terzo caso previsto dal disegno di legge (se la gravidanza costituisce un pericolo per la salute della donna), è stato approvato senza essere messo ai voti, poiché sono state respinte le argomentazioni che miravano a eliminarlo.

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Il parere di alcuni esperti. Per Adriana Avendaño, co-fondatrice della Corporación Proyecto Esperanza, questa votazione mostra «quanto siano ignoranti alcuni membri della Commissione Salute» giacché l’aborto arreca un danno e costituisce una «grave discriminazione nei confronti di un essere umano nel contesto della gravidanza». Per il governo, «risulta più facile eliminare un essere umano piuttosto che mettere in atto politiche statali che possano aiutare lui e la sua famiglia ad affrontare le difficoltà» ha aggiunto. Sulla stessa lunghezza d’onda, la coordinatrice di Chile es Vida, Elizabeth Bunster ha ribadito che i senatori «hanno fatto orecchie da mercante rispetto all’esperienza di medici che lavorano da anni con donne che si sono sottoposte all’aborto».«Con questa misura è evidente che la decisione (di favorire l’aborto) trae origine da una prospettiva ideologica e politica che non risponde né è coerente con la realtà che la donna vive», ha sostenuto.Grazie all’esperienza delle organizzazioni che Chile es Vida raggruppa e la storia dei Paesi dove l’aborto è legale, si è dimostrato che «vi è un elevato costo economico legato a problemi di salute mentale e fisica, vi sono comportamenti autodistruttivi, un discapito di affetto verso gli altri figli che può portare al maltrattamento. Per non parlare poi degli altri costi sociali che causeranno un maggiore dispendio economico per il nostro Paese».

Bunster si è interrogata se «per mezzo della legge si vogliano eliminare i bambini affetti da disabilità per risparmiare sulle risorse finanziarie o per effettuare un controllo qualitativo affinché nascano solo bambini sani. Questo sarebbe deplorevole, è un’ideologia nazista che bisogna smascherare nonostante utilizzino la scusa di aiutare la donna».Nel frattempo, la coordinatrice legislativa di Chile es Vida, Patricia Gonnelle ha affermato che vi è anche un «problema»riguardo la modalità di «supporto» così come contemplato nel disegno di legge sull’aborto.«Ha un approccio diverso. Questa misura prevede una consulenza per la donna che desidera abortire e ciò non corrisponde al tipo di supporto che stiamo proponendo per aiutare la donna in una situazione di estrema vulnerabilità come quella posta in essere dai tre casi».Gonnelle ha per di più ricordato il disegno di legge che predispone una tutela integrale della maternità presentato da cinque senatori alla fine dello scorso gennaio «che è eccellente ma di cui non si discute» il che dimostra che «non vi è alcun interesse da parte dell’esecutivo di dare impulso ad una vera politica di tutela della maternità».

Elena Lecci

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