La violenza ostetrica: un dramma diffuso di cui si parla poco
Violenza ostetrica: una definizione. – Nei giorni scorsi è esplosa, a livello mediatico, la questione della <<violenza ostetrica>>. Quello che stupisce, leggendo i primi servizi e le prime cronache sul tema, è il numero delle donne coinvolte e il fatto che, proprio di fronte a questi dati, di ciò finora si sia parlato poco o niente.
Ma cosa si intende, di preciso, per <<violenza ostetrica>>? Secondo il testo di una legge venezuelana del 2007, una delle prima a livello mondiale a occuparsi della questione, si tratta dell’ <<appropriazione del corpo e dei processi riproduttivi della donna da parte del personale sanitario che si esprime in un trattamento disumano, nell’abuso di medicalizzazione e via dicendo>>. In Italia, nel 2016, è sorto addirittura un Osservatorio, al fine di monitorare violenze e traumi psicologici che le partorienti subirebbero con grande frequenza, tanto da portare una percentuale non indifferente di loro a non voler altri figli o a procrastinare un’ulteriore gravidanza di molti anni.
Il vero dramma: mancanza di sostegno e informazione. – Un esempio? Secondo i dati raccolti dall’osservatorio, oltre un milione e mezzo di donne italiane avrebbero subito un’operazione detta <<episiotomia>> senza fornire il loro consenso informato. Trattandosi di una pratica che, sì, agevola il parto, in quanto prevede un’incisione della vagina e del perineo, ma che però, secondo l’Oms, è spesso dannosa e quasi mai utile, si tratta certo di un abuso. Un abuso che scalfisce la fiducia delle donne nelle istituzioni ospedaliere.
Un altro dato sul quale riflettere riguarda il numero dei cesarei: col 36,7%, deteniamo il record europeo. Ma sono tutti necessari? Solo il 3% è richiesto dalla madre.
D’altronde, la mancanza di sostegno psicologico in un momento così delicato della vita, unito alla scarsità di informazioni fornite, è uno degli aspetti di cui si lamentano maggiormente molte delle donne reduci da una degenza ospedaliera. I reparti ostetrici sono diventati dei <<bambinifici>> a causa dei tagli alla sanità: spesso medici e personale affrontano più parti contemporaneamente e per le mamme non hanno il tempo neanche di una parola di sostegno. Addirittura, sempre a causa dei tagli, non è garantita neanche l’epidurale 24 ore al giorno.
La necessità di un intervento legislativo. – Attualmente è in discussione in parlamento una legge, a prima firma di Adriano Zaccagnini (Mdp), per intervenire su alcuni degli abusi segnalati (il 43% dei cesarei potrebbe essere evitato, ad esempio) e per impedire l’episiotomia e altre pratiche non indispensabili ma lesive della salute psicofisica della donna, come la manovra di Kristeller o la rottura artificiale delle membrane.
Simone Ziviani