Aborto, Lettera aperta di Marina Casini al Consigliere Pd Padovani sul caso Verona

Gentile consigliera Padovani,

le scrivo per manifestarle tutto il mio apprezzamento e quello dell’intero Movimento per la Vita per l’adesione ferma, convinta e coraggiosa da lei espressa a favore della mozione del Consiglio comunale di Verona che invita il Sindaco e la Giunta a sostenere le organizzazioni di volontariato che aiutano le donne a superare le difficoltà che potrebbero spingere verso l’aborto.

Tra queste organizzazioni il Consiglio comunale ha indicato il Progetto Gemma che è un’opera del Movimento per la Vita e che ha contribuito a salvare molte vite umane, con la gioia delle madri che quasi sempre hanno ringraziato anche per iscritto. Sarà mia cura inviarle il volume ’40 anni per il futuro’ nella cui seconda parte sono raccolte toccanti testimonianze sul servizio svolto dai Centri di aiuto alla Vita in favore dei figli e delle madri. Soprattutto, desidero ringraziarla per la finestra che lei ha aperto per avviare un dialogo con l’intero Pd sul tema della vita nascente. Perciò, rendo questa lettera pubblica e la invio per conoscenza anche al segretario Maurizio Martina. Il tentativo di un dialogo è antico: basti pensare alle lettere che Giorgio La Pira inviava a Enrico Berlinguer, quando la legge 194 era in discussione.

A questo riguardo unisco un mini dossier contenente scritti di La Pira sull’argomento. La Pira era uomo che cercava certamente l’incontro con il Pci e che per questo fu molto criticato a ‘destra’. La simpatia e il consenso che il Pd è in grado di suscitare derivano dalla convinzione che i progetti politici del Pd sono concentrati sulla solidarietà e l’attenzione ai poveri. I bambini non ancora nati sono stati chiamati da Santa Madre Teresa di Calcutta – che di povertà se ne intendeva più di ogni altro! – i «più poveri tra i poveri». La scienza e la ragione confermano questa definizione.

Come fa il Pd – specie quando come ora cerca un nuovo inizio e un rinnovamento – a non riconoscere nei concepiti non ancora nati esseri umani bisognosi di solidarietà e attenzione? Certamente la gravidanza è una condizione davvero speciale, particolare e irripetibile, non a caso definita «dualità nell’unità», tale che non è possibile difendere il diritto alla vita del figlio senza la collaborazione della madre. Perciò si può accettare la rinuncia alla logica del diritto penale per difendere la vita nascente, ma non si può negare o anche soltanto ignorare la piena dignità umana dei figli in viaggio verso la nascita. Tra l’altro, la mozione del Consiglio comunale di Verona non ha chiesto l’abrogazione della legge 194, ma semplicemente un aiuto al volontariato che difende la vita.

Ad ogni modo è opportuno rileggere le parole pronunciate da Giovanni Berlinguer, relatore di maggioranza favorevole alla legge, nella sua dichiarazione di voto finale: «Sarebbe assai utile e opportuno un impegno di tutti i gruppi promotori a riesaminare, dopo un congruo periodo di applicazione, le esperienze positive e negative di questa legge […] Dovremmo riesaminare le esperienze pratiche, le acquisizioni scientifiche e giuridiche e assicurare da parte di tutti i gruppi parlamentari l’impegno di introdurre nella legge le necessarie modifiche […] Ciò può garantire che vi sia, successivamente alla approvazione della legge, un lavoro comune sia nell’applicazione che nella revisione del testo.

Dobbiamo ripartire continuamente dall’idea che il problema, per la sua complessità e delicatezza, richiede da parte di ciascuno di noi un alto senso di responsabilità, e anche una profonda capacità di rivedere ciascuno alla luce delle esperienze, idee e concetti che sembrano ora acquisiti e quasi cristallizzati». Il punto essenziale del dialogo è il riconoscimento del concepito come «uno di noi». Il Movimento per la Vita ed io personalmente, siamo disponibili a proseguire il dialogo.

Marina Casini Bandini

Presidente del Movimento per la Vita Italiano

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