Il totalitarismo e la “stortura” del singolo

“Il mondo nuovo”: profezia di un nuovo totalitarismo e speranza di un mondo più umano

«Un edificio grigio e pesante di soli trentaquattro piani. Sopra l’entrata principale le parole: “Centro di incubazione e di condizionamento di Londra Centrale” e in uno stemma il motto dello Stato mondiale: “Comunità, Identità, Stabilità”. […]

“Ottantotto metri cubi di etichette” disse Forster soddisfatto, mentre entravano.

“Contenenti tutte le informazioni utili” aggiunse il Direttore.

“Aggiornate ogni mattina.”

“E coordinate ogni pomeriggio.”

“Sulla cui base vengono fatti i calcoli necessari.”

Individui, tanti; della qualità tale” disse Forster. “Distribuiti in quantità, tanto e tanto.”» (Aldous Huxley, Il mondo nuovo)

Huxley ha costruito con straordinaria intuizione profetica un “mondo nuovo” nel quale gli uomini sono prodotti in provetta «della qualità tale .. tanto e tanto». Non soltanto il numero dei prodotti è stabilito e controllato, ma anche la qualità dei prodotti. I prodotti – uomini e donne – sono divisi in classi, dalla Alfa alla Epsilon con decrescenti capacità intellettive, autonomia di giudizio e altezza fisica. L’obiettivo finale è la stabilità del sistema umanità – mondo dopo terribili guerre mondiali. La divisione in classi rispecchia la divisione dei lavori necessari e la perfetta coincidenza di ogni appartenente ad una classe con la propria destinazione è resa possibile grazie ad un ulteriore condizionamento psicologico (dopo quello “biologico”) che rende ogni Delta, Beta-Plus, Epsilon o Alfa-Minus fiero di appartenere alla propria classe e soddisfatto delle proprie mansioni. Sono quindi un rigido controllo biologico e un intenso condizionamento psicologico (ipnotico e comportamentale) a condurre le classi di questa società e la società stessa nel suo complesso ad un’intenso risultato di massificazione: ogni individuo è per il tutto e trova in esso piena espressione e soddisfazione. Uno dei ritornelli del condizionamento ipnopedico recita infatti: «ciascuno lavora per tutti… non si può fare a meno di nessuno… perfino gli Epsilon sono utili». La massificazione e il sistema totalitario sono resi necessari in base ad una tensione fondamentale individuata dall’autore, quella che Mustafà Mond (Sua Forderia, uno dei Governatori Generali) esprime come tensione tra la verità/libertà e la felicità: si sono perse le prime due in favore della terza, perché «di una cosa possiamo esser certi: chiunque sia stato, fu felice mentre era in vita. Tutti sono felici adesso». L’uomo felice è soddisfatto e non desidera nulla di più, nessun cambiamento.

Il giudizio negativo su questo sistema ( anche secondo Huxley) è rivolto alla struttura totalitaria di questa società. Un altro aspetto apparentemente opposto è che alcuni dei caratteri tipici dell’individualismo e dell’esaltazione della libertà che caratterizzano la nostra società sembrano caratterizzare pure la vita dei cittadini del “Mondo Nuovo” (e totalitario). La libertà sessuale (per Huxley «quando la libertà politica ed economica diminuisce, la libertà sessuale tende, per compensazione, ad aumentare») ad esempio, ma anche la libertà di viaggiare, quella di trasferirsi e di divertirsi sono tutte libertà presenti in massimo grado nel Mondo nuovo, e per tutte le classi sociali. Anche in questo campo esiste per ogni cittadino una pressione reale all’uniformità, pressione pervasiva ed intensa, ma l’autonoma volontà del singolo sembra salva. Nel mondo del romanzo sono presenti quindi due livelli:

– quello di un’esistenza individualizzata al massimo, almeno secondo i criteri che noi stessi porremmo a giudizio di una vita libera;

– quello della massima strutturazione della vita dell’individuo dal di fuori ovvero della totale determinazione dell’individuo da parte della società: la definizione di totalitarismo.

La critica comune oggigiorno sembra voler disconoscere il doppio binario di strutturazione dell’esistenza presentato in questa distopia dei primi del ‘900. Il giudizio etico sembra trovare come unico principio valido la libertà di una determinata prassi, azione o tecnica che sia. Se un individuo vuole porre in atto una tecnica o un’azione che non pare danneggiare un altro individuo in grado di opporgli un paritario dissenso l’individuo è e deve essere autorizzato a compiere quell’azione. Oggi la riflessione etica e soprattutto le convinzioni etiche diffuse e condivise riducono sotto l’unico principio dell’auto-determinazione del soggetto o della libertà di arbitrio individuale il giudizio etico, ciò che nel Mondo Nuovo, però, sembra accompagnarsi benissimo alla massima costrizione totalitaria. Da questo punto di vista limitato è sommamente esecrabile il condizionamento totalitario e massificante di un sistema politico e sociale come quello che domina nel mondo dell’era di Ford, ma non si coglie alcun legame tra questa massificazione e il piano individuale nella distopia di Huxley. Dal punto di vista dell’esistenza dell’individuo infatti la vita privata del cittadino nel Mondo Nuovo è la realizzazione di ogni desiderio e addirittura oggi un vero e proprio dovere: l’assoluta libertà nello svago, nell’esercizio della sessualità e nello spostamento. Come è possibile che ciò si accompagni ad un regime totalitario?

Il nesso tra i due aspetti dell’esistenza, quello organizzativo politico e quello individuale è presente e sviluppato nell’opera di Huxley. Il modello di vita senza legami affettivi, in totale estroversione nella compagnia o nello svago e nella narcosi indotta dal soma, la droga “perfetta” ha scopi estremamente chiari: 

– il primo è di rendere la vita privata dei cittadini produttiva in quanto consumatrice al massimo grado per permettere di giustificare la produzione industriale;

– il secondo è di evitare ogni costituzione di unità autonome di vita e di senso, che siano un rapporto sentimentale esclusivo o la solitudine in quanto l’uno e l’altra fanno sorgere legami impermeabili (parzialmente) all’esterno.

«La massima cura è posta nell’impedirci di amare troppo qualsiasi cosa. Non c’è nulla che rassomigli a un giuramento di fedeltà collettiva; siete condizionati in modo tale che non potete astenervi dal fare ciò che dovete fare. E ciò che dovete fare è, nell’insieme, così gradevole, un tal numero d’impulsi naturali sono lasciati liberi di sfogarsi, che veramente non ci sono tentazioni alle quali resistere. E se mai, per mala sorte, avvenisse in un modo o nell’altro qualche cosa di sgradevole, ebbene, c’è sempre il soma che vi permette una vacanza, lontano dai fatti reali.» (Aldous Huxley, Il mondo nuovo)

Lo stile di vita imposto in maniera pervasiva ed efficace (ma morbida per via del condizionamento) corrisponde perfettamente alla volontà totalitaria di massificazione di questo sistema politico. Sono due a mio parere i precisi precetti di comportamento che tendono a disumanizzare l’umano: l’espulsione assoluta della solitudine e il divieto di relazioni esclusive. Entrambi i precetti comportano l’impossibilità di costituire centri di autonomia di giudizio e di scelta. Dove un uomo non ha la capacità di stare da solo egli si risolve in ciò che l’ambiente gli chiede e gli impone, anche se nella maniera più dolce possibile. Dove non esistono relazioni esclusive la naturale tendenza dell’uomo a vivere in relazione si attua in rapporti senza profondità nei quali la dimensione intima e personale è annullata perché ciascuno è in fin dei conti intercambiabile e il singolo scompare. Entrambe le dimensioni costitutive dell’umano, inscindibilmente unite, sono annullate:

– la singolarità di ogni uomo che si attua nella libertà di agire;

– l’essere in relazione dell’uomo che si attua in relazioni che “lasciano il segno” in coloro che sono coinvolti.

Il nesso tra gli aspetti dell’esistenza così mirabilmente uniti in questo romanzo permette di passare dall’uno all’altro aspetto percorrendo entrambe le direzioni. Ovvero: dalla “diagnosi” di società totalitaria si possono ricavare come prossime conseguenze l’annullamento di ogni gruppo sociale intermedio tra la “dirigenza” e l’individuo (esclusa la burocrazia spersonalizzata) e il tentativo di risolvere ogni singolo in un gruppo annientando ciò che lo costituisce come insostituibile (libertà e formazione critica). Anche l’altra direzione è legittima e quando si è in presenza di un indebolimento dei gruppi sociali fondamentali, la famiglia in primis, e di un annullamento del singolo ridotto al suo apparire e nella sua funzione economica allora la struttura politica e sociale è tendenzialmente totalitaria a dispetto di ogni evidenza contraria.

In presenza della perfetta saldatura tra i due aspetti i protagonisti del romanzo diventano oppositori del sistema totalitario a partire dal rifiuto pratico dei due momenti di massificazione. Per motivi diversi i tre protagonisti (Helmholtz, Bernard e John) avvertono una sensazione di straniamento ed isolamento che li porta alla riflessione e, soprattutto, alla creazione di intensi legami di amicizia. Particolarmente fondamentale è l’atteggiamento di due di loro verso il terzo, Bernard. Bernard arriva alla riflessione e ad un rapporto esclusivo tramite quello che potremmo chiamare un complesso di inferiorità fisica: è un Alfa-Plus significativamente più basso della media. La sua adesione alla “rivolta” dei due amici è quasi costretta e mal digerita, contrastata da un bisogno forte di omologazione e riconoscimento e infatti Bernard si rende protagonista in diverse occasioni di comportamenti meschini anche nei confronti dei due compagni. I due però non invertono il sistema di vita che contestano richiedendo a Bernard un’altra omologazione, anche se nuova e diversa. I due accolgono la “stortura” di Bernard, che è tale anche secondo i loro parametri di rivoltosi e solo così scardinano davvero il sistema. Apprezzare e prendersi cura dell’altro nella sua debolezza e nella sua stortura sono atti che nel romanzo e, così credo, anche nella realtà, illuminano la via che conduce alla costruzione di una società nuova e veramente libera, non timorosa né del legame esclusivo né della singolarità dell’umano.

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