Calabria, Convegno LGBT in Università: mai un confronto

Presso l’università della Calabria si svolgerà nella giornata di domani, 14 novembre 2017,un convegno dal titolo “Identità in movimento: nuovi scenari dell’attivismo LGBT”. L’incontro avrà come relatori due accaniti attivisti LGBT quali il dottorando della stessa università Ivan Orrico e il co-fondatore dell’associazione “Demisessuali Italiani”, Marco Ammendola. Il primo, che su twitter si dichiara apertamente un “insodisfatto cronico”, terrà una relazione dal titolo “Oltre il binarismo. Le nuove formule identitarie”, Mentre il secondo, giovane fondatore tra le altre cose del movimento “Asex” ed attivista 5 stelle, che in una recente intervista alla rivista online Lameziaterme.it , si racconta a partire dal suo “coming out” nell’ asessualitá, trasformatasi per il momento in “demisessualitá” (e poi chi vivrá vedrá) entrerà in merito alla questione sulla “Asessualità e le sue sfumature”,
Si parlererà, da programma, delle distinzioni tra Bisexual e Pansexual,Asexual, Genderqueer, Transgender, Agender, Intersexual…e chi piú ne ha, piú ne metta.
L’incontro sará coordinato da Giovanna Vingelli, docente Unical impegnata da tempo nella promozione della cultura LGBT. Le conclusioni sono affidate a Federico Cerminara, anch’egli un attivista calabrese che difende ferocemente la cultura gender.
La nota che lascia perplessi, non é tanto il tema, ci mancherebbe altro, ma il fatto che in un ambito come quello universitario, non ci si preoccupi di stabilire alcuna dialettica, alcun confronto tra chi difende un certo tipo di visione della realtá, assolutamente ideologica ed a-scentifica che sussiste sulla base di una percezione personale delle cose, e qualunque voce alternativa che si opponga a questa visione, con una argomentazione disalienata che voglia proporre e difendere un modello antropologico distinto, oggettivamente definito. La mancanza di confronto é il problema che non possiamo non rilevare in un incontro del genere, e che é quanto meno preoccupante in un contesto universitario, in cui si dovrebbe almeno garantire,, se veramente si vuole promuovere il diritto di pensarla diversamente, e soprattutto formare i giovani al senso critico, un minimo di confronto tra esperti.
Francamente é triste assistere all’autorefenzialitá del movimento lgbt, sempre piú chiuso nella sua gabbia di slogan e parole, di confusioni e vittimismi. Auguriamo naturalmente il meglio a questi ragazzi, invitandoli peró a considerare la possibilitá di confrontarsi con un modello altro rispetto a quello fluido e indistinto dell’ideologia alla quale obbediscono.
Allo stesso modo ci auguriamo che l’universitá italiana tutta sappia mantenere un’impostazione seria e scientifica nel momento in cui si promuovono convegni e incontri che hanno come oggetto il bene e la promozione della vita e della libertá della persona umana.

Simone E. Tropea

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