Prostituzione: la Corte di Cassazione riconosce Apg23 parte civile nei processi contro la tratta

Vitanews, 5 OTT – La Corte di Cassazione ha confermato il riconoscimento della Comunità Papa Giovanni XXIII come parte civile lesa in un processo per tratta di esseri umani. Lo ha stabilito la sentenza n. 50066 del 4 ottobre 2017, nella quale l’Alta Corte conferma le sentenze di condanna dei gradi precedenti, come stabilito dalla Corte di Assise di Frosinone, e contestualmente riconosce la Comunità di don Benzi come parte civile nei processi per reati di tratta di esseri umani.

«E’ una sentenza storica» commenta Giovanni Paolo Ramonda, Presidente di Apg23 «Per la prima volta, con questa sentenza, definitiva, viene riconosciuto il ruolo fondamentale della Comunità Papa Giovanni XXIII nella lotta alla tratta di esseri umani a scopo di sfruttamento sessuale in Italia. E’ un implicito riconoscimento alla battaglia che ha combattuto il nostro fondatore, don Oreste Benzi, a partire dal 1990. Tra poche settimane ricorderemo i 10 anni della sua scomparsa. Questa sentenza ci incoraggia a continuare il lavoro iniziato dal nostro fondatore, fintanto che tutte le ragazze schiave del sesso non saranno liberate».

Don Oreste Benzi (1925-2007) è stato un presbitero italiano, fondatore della Comunità Papa Giovanni XXIII, che ha speso la sua vita a favore degli ultimi. In occasione dei 10 anni della sua scomparsa, si terranno in tutta Italia numerosi eventi per ricordarlo, che culmineranno in unConvegno a Rimini il prossimo 31 Ottobre 2017. La Comunità Papa Giovanni XXIII promuove, insieme ad un cartello di associazioni, l’iniziativa Questo è il mio Corpo, campagna di liberazione per le vittime della tratta e della prostituzione. La proposta, ispirata al modello nordico, ha l’obiettivo di ridurre sensibilmente il fenomeno colpendo la domanda e multando i clienti delle persone che si prostituiscono.

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