Commissione Biodiritto MpV italiano, X Rapporto L.194: “Dopo 40 anni…”

Dopo 40 anni per una prevenzione vera dell’aborto volontario

Introduzione

Come è noto l’art. 16 della Legge 194/78 obbliga i ministri della Salute e della Giustizia a riferire ogni anno al Parlamento, con specifiche relazioni, i dati relativi alla attuazione della legge stessa. Il Movimento per la vita italiano ha costantemente sottoposto ad approfondite riflessioni questi documenti e le ha pubblicate, quando ritenuto utile e possibile, a partire dal 1982.

L’ultima relazione ministeriale è stata presentata molti mesi fa ed è prevedibile che l’invio al Parlamento di quella del 2017 sia prossima. Tuttavia sembra opportuno che il Movimento per la vita risponda agli stimoli derivanti dalla relazione del dicembre 2016, in considerazione del fatto che l’anno prossimo, il 2018, si compirà il quarantennale della approvazione (18 maggio 1978), della promulgazione (22 maggio 1978) e della entrata in vigore (5 giugno 1978) della legge che ha legalizzato l’aborto in Italia. 40 anni sono un periodo abbastanza lungo per effettuare una valutazione globale della legge, non limitata ad un singolo anno. Nuovi complessi problemi sono sorti in questi 40 anni e la nostra aspirazione è di offrire un contributo al ministro, sperando che nella prossima relazione se ne tenga conto. Contemporaneamente questo nostro documento, come quelli che lo hanno preceduto nel corso degli anni, ha lo scopo di tenere desta l’attenzione della opinione pubblica sul tema dell’aborto e della legge che lo regola. Conseguentemente la serietà ed il rigore delle valutazioni e delle proposte da noi presentate agli organi dello Stato deve accompagnarsi ad un linguaggio divulgativo che sia comprensibile anche quando le questioni da affrontare richiedono una approfondita conoscenza scientifica. Questa annotazione è particolarmente pertinente riguardo a questo decimo rapporto perché nelle pagine che seguono affronteremo anche la questione degli effetti delle sostanze chimiche Levonorgestrel (LNG: pillola del giorno dopo) e Ulipristal acetato (UPA: pillola dei 5 giorni dopo) il cui uso, reso largamente possibile con la c.d. “contraccezione d’emergenza” è considerato nella relazione ministeriale come uno strumento idoneo a ridurre le IVG.

Che sia opportuna la riflessione serena, guidata esclusivamente dalla ragione, dopo un adeguato periodo di applicazione della legge, lo ha chiesto anche 40 anni fa uno dei più autorevoli relatori favorevoli alla legalizzazione dell’aborto, l’on. Giovanni Berlinguer. Lo abbiamo sempre ricordato anche nei nostri precedenti rapporti per la significatività del suo discorso e del suo orientamento politico. Prima del voto finale egli disse “sarebbe assai utile e opportuno un impegno di tutti i gruppi promotori a riesaminare, dopo un congruo periodo di applicazione, le esperienze positive e negative di questa legge […] Dovremmo riesaminare le esperienze pratiche, le acquisizioni scientifiche e giuridiche e assicurare da parte di tutti gruppi parlamentari l’impegno di introdurre nella legge le necessarie modifiche […] Ciò può garantire che vi sia, successivamente all’approvazione della legge, un lavoro comune sia nell’applicazione che nella revisione del testo. Dobbiamo ripartire continuamente dall’idea che il problema, per la sua complessità e delicatezza, richiede da parte di ciascuno di noi un alto senso di responsabilità, ed anche una profonda capacità di rivedere ciascuno, alla luce delle esperienze, idee e concetti che sembrano ora acquisiti e quasi cristallizzati”.

Il criterio di valutazione corretto è indicato nella stessa relazione ministeriale alla pag. 6: “la prevenzione dell’IVG è il criterio primario di sanità pubblica”. In effetti il nucleo valutativo della relazione ministeriale (RM) consiste nella constatazione di una notevole diminuzione degli aborti legali registrati: furono 234.801 nel 1983 e sono stati 87.639 nel 2015, come riferisce la RM, che individua quale causa della diminuzione l’aumentato uso della c.d. “contraccezione d’emergenza” attuata soprattutto mediante la pillola dei 5 giorni dopo (“Ellaone” a base di UPA) le cui vendite che furono di 7.796 confezioni nel 2012, sono diventate 11.915 nel 2013, sono salite a 16.796 nel 2014 e si sono moltiplicate nel 2015 fino a raggiungere la cifra di 145.101 (pag. 1 della RM). In una audizione del marzo 2017 l’allora presidente di Federfarma Italia ha riferito che nel 2016 sono state vendute in Italia 238.836 confezioni di Ellaone. La legge 194/78 è sottoposta a critiche non solo da quanti intendono difendere e garantire il diritto alla vita del concepito, ma anche da quanti, all’opposto, vorrebbero affermare un diritto umano fondamentale di abortire come espressione del principio di autodeterminazione delle donne, sul presupposto di una totale negazione o dimenticanza della identità umana nel concepito non ancora nato. Per costoro ogni limite posto all’aborto è insopportabile. Ne derivano gli attacchi contro gli obiettori di coscienza e i tentativi di trasformare i consultori familiari in strumenti di accompagnamento della donna all’IVG. Nella sua relazione il ministro manifesta soddisfazione per la asserita diminuzione di aborti; difende l’obiezione di coscienza, sia pure con lo scopo di difendere la legge (sostenendo, cioè, che in Italia non esistono difficoltà pratiche per effettuare gli interventi abortivi) rivolge lodevolmente uno sguardo sui consultori familiari riscontrandone una qualche efficacia di prevenzione anche post-concezionale deducibile dal fatto che, almeno in alcune regioni, il numero dei “colloqui” è maggiore di quello dei documenti rilasciati per eseguire le IVG. Su questi punti il nostro rapporto si soffermerà cominciando con l’esaminare il tema della c.d. “contraccezione d’emergenza”, approfondendo la ragione della auspicata prevenzione degli aborti, valutando poi la consistenza reale della asserita riduzione delle IVG e proponendo infine una riforma legislativa che investe principalmente i consultori familiari.

di Carlo Casini
presidente Emerito del Movimento per la Vita italiano.
Introduzione del “X Rapporto sull’attuazione della L. 194/1978. Esame della Relazione del Ministro per la Salute per gli anni 2014 – 2015 – 7 dicembre 2016”.

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