Spagna: utero in affitto bocciato dal comitato bioetico. Di Leo: “è pratica aberrante”

Vitanews, 24 MAG – “Come un magnete sotto la bussola toglie l’orientamento verso la giusta via, così la società odierna va verso il declino. Mentre il Comitato Nazionale di Bioetica della Spagna propone un testo in cui si dichiara che sarebbe opportuno creare un quadro comune internazionale a livello giuridico che proibisca la maternità surrogata; mentre il cantante Renato Zero afferma in un’intervista rilasciata ad Avvenire, che il figlio ad ogni costo è atto di egoismo; l’attivista lgbt Dario Accolla attacca il filosofo Diego Fusaro che, lo scorso 21 maggio, ha ricordato sulle pagine del Fatto Quotidiano come il cantante Ricky Martin, rispecchiando i deliri di questa società, ha dichiarato recentemente che grazie all’utero in affitto potrà presto comprare una bambina. Accola, parlando di autodeterminazione della donna di diritto alla paternità, fa finta di non capire che il tema centrale dell’utero in affitto sta nel diritto del bambino, dell’essere umano nascente, a non essere oggetto di mercimonio e a non essere alienato dalla figura materna come scelta programmata fin dal concepimento”, così Emmanuele Di Leo, Dirigente del Comitato Difendiamo i Nostri Figli promotore del Family Day e Presidente della Steadfast Onlus, organizzazione di cooperazione internazionale che è impegnata alla lotta contro le tratte di esseri umani.

 “Non ci sono regole giuridiche o morali nella società odierna, specialmente se appartieni a una casta superiore. Il pensiero eugenetico è tornato dagli incubi del passato. Si presenta in tutta la sua violenza, alimentato da un mercato che offre la possibilità di creare un figlio su misura, scegliendone il sesso, l’etnia, o quant’altro possa desiderare il suo compratore. Un mercato che offre allevamenti di esseri umani, generati da madri, che nella maggior parte dei casi indigenti, costrette ad affittare il loro corpo per qualche migliaia di euro. Così la società vive in una continua contraddizione, passando dalla lotta al femminicidio e alla prostituzione, ritrovandosi poi a promuovere la maternità surrogata. Una pratica aberrante, quella dell’utero in affitto, che sempre più mina il valore della vita umana”, prosegue Emmanuele Di Leo.

Se poi vogliamo parlare solo dell’autodeterminazione del proprio corpo, escludendo qualsiasi comprovato coinvolgimento biologico ed emotivo del bambino, sarebbe interessante vedere quante delle vittime di prostituzione si sono convertite in vittime di traffico procreativo; vedere realmente quali sono i numeri della maternità surrogata volontaria e quante invece ne sono vittime; vedere realmente se c’è la volontà gratuita da parte delle madri surrogate (quando la GPA è di libera scelta), o quanto i rimborsi siano un’ottima strada per applicare questa “gratuità”. No, il mondo reale non può essere questo e sarebbe giunto il momento che qualcuno tolga il magnete da sotto la bussola e riporti la nave nella giusta direzione, prima che sia troppo tardi”, conclude Di Leo.

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