Gorsuch è giudice della Corte Suprema

Alla fine i repubblicani l’hanno spuntata e sono riusciti a far approvare dal Senato statunitense la nomina di Neil Gorsuch a Giudice della Corte Suprema dopo la nomina avuta dal Presidente Donald Trump. I voti a favore sono stati 54 su 100.
Come avevamo spiegato, Trump aveva messo a rischio la conferma di Gorsuch provando a demolire senza successo la legge sanitaria voluta da Barack Obama, la cosiddetta Obamacare. I democratici si erano così ancora più convinti a ostacolare in tutti i modi l’arrivo del giudice alla Corte Suprema tramite la tecnica ostruzionista chiamata filibustering. Questa è stata possibile poiché i repubblicani non dispongono della maggiornaza qualificata di 60 senatori su 100 necessaria per l’approvazione dei giudici della Corte. Questi ultimi si sono trovati a un bivio: o rinunciare a Gorsuch o ricorrere alla cosiddetta “opzione nucleare”. Hanno scelto la seconda.  Quest’ultima prevede la modifica del regolamento del Senato per permettere l’approvazione della nomina con la sola maggioranza assoluta (51/100). Oltre ai repubblicani compatti, hanno votato per Gorsuch anche tre senatori democratici di tre stati che alle scorse elezioni presidenziali hanno votato in massa per Trump.
Il problema per i repubblicani è che ora i democratici sono pronti a “fargliela pagare” alle prossime votazioni per il budget federale con il rischio concreto della sospensione più o meno lunga dei servizi e delle attività federali.

La nomina di Gorsuch è una buona notizia per il mondo prolife date le sue posizioni in materia, ma c’è da ricordare una criticità: sarà difficile che eventuali sentenze della Corte Suprema in senso favorevole alla vita possano avere influenza sull’Europa, dove i governi dei maggiori Paesi sono tutti critici nei confronti dell’amministrazione Trump e spesso hanno una postura che tende ormai a considerare l’aborto un diritto.

Emiliano Battisti

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