Ru486 nei consultori, plauso dei radicali. Gigli (MPV): «ricorso al Tar». Tarzia: provvedimento «illegittimo»

La Giunta del Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, ha presentato un nuovo progetto finalizzato a consentire la somministrazione della pillola abortiva Ru486 nei consultori familiari, dunque anche al di fuori degli ospedali, in regime ambulatoriale. La proposta ha sollevato reazioni contrastanti.

Radicali: «Bene Zingaretti». – La proposta del dem Nicola Zingaretti ha trovato il plauso dei Radicali. «L’innovazione introdotta dalla giunta Zingaretti, che consentirà l’aborto farmacologico nei consultori familiari, può costituire un importante passo in avanti nella tutela dei diritti delle donne, in una regione in cui il ricorso alla legge 194 viene ormai scientificamente sabotato da una strategia basata sull’adozione indiscriminata dell’obiezione di coscienza», dichiarano ad AdnKronos in una nota congiunta Antonella Soldo, Presidente di Radicali Italiani, e Alessandro Capriccioli, Segretario di Radicali Roma. Secondo i leader radicali il provvedimento in esame, insieme a quello che prevedeva il bando per medici non obiettori, si inserisce nel disegno politico volto a garantire l’accesso all’interruzione volontaria di gravidanza presso le strutture pubbliche. «Auspichiamo quindi che la sperimentazione prosegua ben oltre i 18 mesi – concludono Soldo e Capriccioli – e che venga adottata anche da altre regioni italiane, in modo particolare da quelle in cui l’obiezione di coscienza si avvicina pericolosamente al 100».

Olimpia Tarzia: provvedimento «illegittimo». – In mattinata è arrivata la risposta di Olimpia Tarzia, vice presidente della Commissione Cultura e presidente del Gruppo Lista Storace in Consiglio regionale del Lazio, che ha bollato come «illegittimo» il provvedimento denunciando una violazione dell’art. 8 della L. 194, in relazione alla errata trasformazione dei compiti dei consultori che, secondo la legislazione nazionale, non presentano le finalità e le funzioni proposte dalla giunta. «L’aborto farmacologico mediante la somministrazione della RU486 necessita di maggiore assistenza rispetto all’aborto chirurgico, – prosegue la Tarzia in una nota rilasciata a Omniroma – non potendosi conoscere con esattezza il momento esatto dell’espulsione, motivo per cui, anche per esigenze di salute e sicurezza per la donna, le linee di indirizzo del Ministero della Salute stabiliscono che l’aborto farmacologico può essere effettuato solo in ricovero ordinario».

Gian Luigi Gigli: «Il Movimento per la Vita ricorrerà al Tar». – «Dopo i concorsi riservati per medici non obiettori di coscienza, ora si è inventato anche l’aborto chimico in consultorio», ha ironizzato il presidente del Movimento per la Vita (MpV), Gian Luigi Gigli, in un duro comunicato indirizzato al presidente Zingaretti. «Con questa decisione – continua Gigli – la giunta Zingaretti si conferma tra le più ostili alla vita nascente». Il leader del MpV ha paventato l’ipotesi di un ricorso al Tar del Lazio con il quale si intende porre un freno al provvedimento, ricordando che quanto contenuto nella proposta, oltre a non essere in linea con l’impianto della L. 194 è fortemente lesivo dello spirito della L. 405/75. Quest’ultima ha assegnato ai consultori anche il compito di fornire alle gestanti le informazioni e l’assistenza per porre fine alle cause che potrebbero indurre la donna all’aborto.

Massimo Magliocchetti

Laureato in Giurisprudenza con 110/110 e Lode, con una tesi in bioetica del lavoro dal titolo "Maternità e lavoro. La protezione della lavoratrice madre nell'ordinamento italiano". Appassionato di bioetica e biodiritto, amo il fumo lento della pipa. Volontario del Movimento per la Vita, sono stato Responsabile dei Giovani di Roma e provincia del MpV. Scrivo per servizio e passione.

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